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Archi immaginati. Un punto di vista sulla rappresentazione degli strumenti musicali nell’arte medievale, e sui loro significati

Autore Fulvio Cervini
Collana per archi
Dimensioni 17×24, pp. 209
Anno 2012
ISBN 9788870967203

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Molto spesso gli storici dell’arte considerano le raffigurazioni degli strumenti musicali nell’arte medievale soprattutto dal punto di vista documentario: soltanto, cioè, per ricavarvi informazioni, spesso di taglio puramente organologico, sull’iconografia degli strumenti effettivamente adoperati in quel che noi chiamiamo Medioevo, e soprattutto nei secoli dal XII al XIV. In verità, si tratti dei ventiquattro Vegliardi dell’Apocalisse, del re Davide o di un trovatore contemporaneo, lo strumento musicale è spesso molto più di un semplice accessorio, ma diventa una connotazione di chi lo adopera, quasi come l’attributo di un santo martire; e in relazione al contesto iconografico in cui appare, definisce ruolo, funzione e valore del personaggio. Gli strumenti a corde, e in particolare quelli che prevedono l’uso dell’arco, sembrano così assai propizi a sviluppare una piccola riflessione di metodo che additi alcuni praticabili filoni di ricerca. Questo contributo insiste in particolare sull’ipotesi che l’arco, pur nell’ambivalenza iconologica che pervade l’iconografia musicale sull’orizzonte romaico e gotico, sia tendenzialmente un elemento nobilitante, che dunque qualifica ulteriormente i suonatori di strumenti già molto qualificati. Per dimostrarla si prendono in esame alcuni casi significativi a titolo di campione – dai portali apocalittici alla Maisons des Musiciens di Reims – che inducono a riflettere anche sulla funzione sociale e morale delle rappresentazioni medievali degli strumentisti