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L’arte della tipografia: il repertorio violinistico nel Seicento stampato tra Bologna e Modena

Autore Constance Frei
Collana per archi
Dimensioni 17×24, pp. 148
Anno 2011
ISBN 9788870966282

PDF Torrossa

La musica del XVII secolo è, per così dire, inafferrabile. La sua codificazione - di per sé troppo schematica - è avvolta da un alone di enigmi, alcuni dei quali insolubili a causa delle distanze stilistiche che separano la rappresentazione musicale dalla sua realizzazione, mentre altri trovano pragmatica spiegazione nello studio delle tecniche di stampa. Nel repertorio violinistico del XVII secolo, a prescindere dal fatto che numerose figure musicali venivano improvvisate - destinate cioè a svanire tra i multiformi elementi modellati secondo lo stile del tempo - alcune prescrizioni esecutive stentavano a essere precisate dalla partitura a causa dei limiti imposti dalla stampa a caratteri mobili. Sia la simbologia dell’articolazione che la notazione della polifonia, opponevano ostacoli cui i tipografi bolognesi e modenesi faticavano a fornire soddisfacenti soluzioni “per mancanza di caratteri a proposito”, come ammetteva Giacomo Monti. Sebbene tali problematiche fossero state concretamente superate da taluni stampatori veneziani del XVI secolo, i tipografi emiliani furono meno meticolosi, sposando soluzioni tecniche più rapide, ma palesemente meno precise e non di rado distaccate dal gesto musicale.