Marco Facoli, Iseppo Ruosa («Joseph Salodiensis») e l’arpicordo
Autore | Renato Meucci |
Collana | Recercare - Rivista per lo studio e la pratica della musica antica - Journal for the study and practice of early music |
Dimensioni | 17×24, pp. 286 |
Anno | 2012 |
ISBN | 9788870966817 |
Il testamento del musicista seicentesco Marco Facoli, pubblicato negli anni Ottanta dalla studiosa belga Berthe Dedoyard, è stato di fatto ignorato dai successivi studi specialistici, nonostante esso consentisse di far luce su una notevole quantità di dati biografici a tutt’oggi sconosciuti. Fra le diverse informazioni che ci fornisce, tale documento permette di conoscere le date estreme di Facoli (1536–1586), e offre una chiara testimonianza sull’impiego cinquecentesco del termine ‘arpicordo’, nel significato di ‘spinetta poligonale’; inoltre, esso rivela il cognome di uno dei più apprezzati cembalari veneziani del secondo Cinquecento, Iseppo Ruosa, finora conosciuto soltanto come «Joseph Salodiensis».