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L’affermazione degli archi nel contesto liturgico fiorentino: pratiche e consuetudini tra Sei e Settecento

Autore Umberto Cerini
Collana per archi
N. 11 (dicembre 2019)
Dimensioni 17×24, pp. 167 (13-36)
Anno 2019
ISBN 9788870969993

L’impiego degli strumenti ad arco nelle maggiori chiese fiorentine, in occasione di importanti celebrazioni, prende avvio negli ultimi anni del Seicento, affermandosi nei primi anni del Settecento. Inizialmente l’uso degli archi si colloca a margine del canto sacro, per poi sostituire nell’accompagnamento delle voci tromboni e cornetti, assai impiegati nel corso del Seicento. La nuova conformazione delle compagini strumentali impiegate rende necessari nuovi e più ampi spazi per collocare i musicisti: vengono costruiti “rincrescimenti” delle cantorie e nuovi palchi, creando contesti nei quali ben si inseriscono musiche a più cori. Nonostante la sempre maggior presenza degli strumenti nella musica liturgica, gli strumentisti sono assenti dalle liste dei musicisti salariati dalle chiese fiorentine: le cronache fanno riferimento all’ingaggio di “musici stranieri” o, in alcuni casi, dei “musici di palazzo”. Sono ancora le cronache a suggerirci una terminologia con la quale probabilmente veniva identificata l’orchestra d’archi, ovvero “Concerto degli Stromenti”.