Memory of the past and perception of sound in the Renaissance:  the Aristotelian perspective Visualizza ingrandito

Memory of the past and perception of sound in the Renaissance: the Aristotelian perspective

Autore Stefano Lorenzetti
Collana Recercare - Rivista per lo studio e la pratica della musica antica - Journal for the study and practice of early music
N. XXXI/1-2 2019
Dimensioni 17×24, pp. 230
Anno 2020
ISBN 9788855430319

Ciò che sembrerebbe essere stato per secoli il culmine della memoria musicale non è tanto la memoria delle opere musicali prodotte di volta in volta, quanto piuttosto la memoria delle procedure per produrle: i mezzi tecnici che consentono di produrre musica , che consentono alla musica di apparire sulla superficie percepibile del mondo, vengono ricordati in modo sistematico e ossessivo. L’umanesimo del suono esaltato da Zacconi e da altri teorici del Rinascimento, profondamente radicato nella dimensione antropologica della modernità, utilizza la memoria non esclusivamente quale mezzo per ricordare un passato impossibile da recuperare, ma come strumento generativo per modellare il nuovo. Questo, forse, potrebbe contribuire a spiegare, perché la memoria della musica è più una memoria dei processi coinvolti che una memoria degli oggetti scritti: in una visione scientifica della disciplina, il culmine del ricordo sta nel linguaggio, che è durevole e necessario, mentre l’opus è contingente ed evanescente, anche se scritto sulla carta.

Stefano Lorenzetti è professore di Storia della musica al Conservatorio di Vicenza. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e Civiltà all’Istituto Universitario Europeo di Firenze (2001). È stato fellow dell’Italian Academy for Advanced Studies della Columbia University. Parallelamente agli studi musicologici ha studiato organo e clavicembalo con Kenneth Gilbert. Ha pubblicato la monografia Musica e identità nobiliare nell’Italia del Rinascimento. Educazione, mentalità, immaginario (2003) e numerosi articoli dedicati specialmente alla musica nella storia delle idee, alla musica nell’educazione in età moderna, e ai rapporti tra musica e arte della memoria nel Rinascimento. La sua duplice vocazione di musicologo e musicista lo ha condotto ad esplorare prassi dimenticate, sperimentandole in concerti e in registrazioni discografiche.
stefano.lorenzetti@consvi.it

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