«Un libro dorato pieno di ariette»: produzione e circolazione di manoscritti musicali tra Roma, Parigi e Venezia nel primo Seicento

L’articolo intende mostrare una parentela tra diverse fonti musicali redatte a Roma verso l’inizio degli anni Quaranta del Seicento: F-Pn, Rés Vm7 59–101 e Rés Vm7 102–150, I-Rc, 2505, I-Nc, 33.3.11. L’analisi di queste raccolte evidenzia che in diversi casi la stesura dei manoscritti musicali romani del Seicento era realizzata da diverse persone. Le grafie dei copisti riprendono gli stili redazionali dei più celebri calligrafi attivi a cavallo tra Cinquecento e Seicento, tra i quali Francesco Cresci e Leopardo Antonozzi. Lo studio delle filigrane conforta la cronologia proposta. Le due fonti parigine — probabilmente spedite nel 1641 dai Barberini al primo ministro Richelieu — mostrano una ricezione assai precoce del repertorio vocale da camera romano in Francia, prima dell’arrivo al potere di Giulio Mazzarino. Esse contengono tra l’altro dei lamenti attribuiti a Luigi Rossi che contribuirono a diffondere il gusto musicale italiano alla corte francese ancor prima delle rappresentazioni operistiche avvenute qualche anno più tardi.

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