Recercare XXX Visualizza ingrandito

«Con la misura giusta per ballare». Salvatore Mazzella e i suoi Balli (1689)

Autore Valentina Panzanaro
Collana Recercare - Rivista per lo studio e la pratica della musica antica - Journal for the study and practice of early music
N. XXX/1-2 2018
Dimensioni 17×24, pp. 250 (95-118)
Anno 2018
ISBN 9788870969900

Salvatore Mazzella (ca. 1620–1690), violinista napoletano attivo a Roma nella seconda metà del Seicento, deve la sua notorietà alla raccolta Balli, correnti, gighe, sarabande, gavotte, brande e gagliarde... per violino e basso continuo, che diede alle stampe nel 1689, dedicandola al cardinale Fulvio Astalli. L’articolo presenta qualche nuovo dato biografico sul compositore, che va a integrare quei pochi finora noti desumibili dal frontespizio dei Balli e da una menzione che di lui fece Atahanasius Kircher. Nel suo trattato Itinerarium extaticum (1656), infatti, il gesuita tedesco descrive l’esibizione di un «academicum trium» composto da Michelangelo Rossi, Lelio Colista e Salvatore Mazzella, musicisti gravitanti probabilmente nell’entourage del cardinale Camillo Astalli (1619–1663). Nella seconda parte dell’articolo vengono presentati e analizzati il contenuto e la struttura della raccolta. I brani sono suddivisi dal compositore in otto Balli e cinque partite (sopra Folia, Tarantella, Passacagli e due Ciaccone). Ogni Ballo è articolato secondo lo schema di una suite comprendente cinque movimenti bipartiti di danza nella stessa tonalità: al Ballo (o Balletto), che funge da preludio, seguono corrente, giga o «gagliarda per ballare», sarabanda, «minuetta» [sic] e/o gavotta. Lo stile dei Balli sembra più vicino alla musica strumentale da ballo delle raccolte di area bolognese degli anni Sessanta-Settanta del Seicento, che non a quella delle raccolte di sonate da camera apparse a Roma nel tardo Seicento, come quelle di Carlo Mannelli e Arcangelo Corelli. 

PDF Ridotto