Memory of the past and perception of sound in the Renaissance:  the Aristotelian perspective Visualizza ingrandito

Silvestro Ganassi: a documented biography

Autore Marco Di Pasquale
Collana Recercare - Rivista per lo studio e la pratica della musica antica - Journal for the study and practice of early music
N. XXXI/1-2 2019
Dimensioni 17×24, pp. 230
Anno 2020
ISBN 9788855430319

Gli oltre cinquanta documenti, in larga parte inediti, trascritti in appendice consentono di ricostruire diversi aspetti della vita di Silvestro Ganassi (Venezia, 1492–?, dopo il 1571). La sua famiglia natale, di origine bergamasca, si stabilì a Venezia entro il 1492, con abitazione e bottega di barbiere del padre nei pressi del «fontego della farina» a Rialto, dal quale i Ganassi derivarono l’appellativo che li distinse dai molti altri che in città rispondevano allo stesso loro cognome. Il nucleo familiare comprendeva quattro fratelli: oltre a Silvestro, Girolamo, Giovanni e Venturino. Girolamo divenne piffero del doge e sposò Maria, appartenente alla facoltosa famiglia Renio, di rango cittadinesco. Giovanni associò al mestiere di suonatore quello di barbiere. Di Venturino nulla è noto. Fra il primo Cinquecento e la metà del secolo successivo, altri Ganassi, in probabile rapporto di parentela con il ramo «dal Fontego», sono segnalati come strumentisti e compositori attivi a Venezia, Bologna, Roma, Belluno, Treviso e, forse, Firenze. Silvestro ebbe due figli da una donna della quale non è nota l’identità: Antonio e Giovanni Battista. Il primo, conseguita la laurea in giurisprudenza all’Università di Padova, sposò Camilla Calza, figlia di un conte padovano, dalla quale ebbe almeno quattro figlie che, in seguito alla morte prematura dei genitori, furono affidate alla tutela di Silvestro. Giovanni Battista, invece, seguì le orme del padre, divenendo anch’egli piffero del doge e guadagnandosi la fama di virtuoso del cornetto. Verosimilmente in seconde nozze, Silvestro si coniugò con Urania, figlia di Giovanni Bembo, esponente di un ramo minore della famiglia veneziana di antica nobiltà. L’ambito lavorativo vide Silvestro prodursi, oltre che nelle funzioni di piffero del doge, come di membro di una compagnia indipendente di strumentisti formata in tutto o in parte dai suoi familiari, come virtuoso di viola da gamba e liuto impegnato nei ridotti promossi da aristocratici e intellettuali in città, e come insegnante di musica. Un certo numero di testimonianze autorevoli attestano che, oltre a tutto questo, egli praticò con successo la pittura. La documentazione reperita e la considerazione del contesto nel quale Ganassi e i suoi congiunti si trovarono a operare permettono, infine, di avanzare precisazioni e congetture sui loro rapporti con persone e istituzioni (anche non veneziane), sul loro stato patrimoniale e sul processo di pubblicazione dei celebri trattati di Silvestro.

Marco Di Pasquale è professore di Storia della musica al Conservatorio di Vicenza. Rivolge la sua attività di ricerca prevalentemente alla storia della storiografia musicale, con particolare riguardo all’Ottocento italiano, agli strumenti musicali, investigati sia negli aspetti storici sia nelle implicazioni materiali e d’uso, e alla vita musicale di Venezia fra Cinque e Seicento.
marco.dipasquale@consvi.it

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