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Le Fonti musicali in Piemonte. Vol. 3 – Asti e provincia

Curatela Paolo Cavallo
Collana Cataloghi di fondi musicali del Piemonte «Istituto per i Beni Musicali in Piemonte»
N. 7
Dimensioni 17×24, pp. XXXVI+428, 16 tavole ft.
Anno 2012
ISBN 9788870966794

La tradizione e la ricchezza pecuniaria e fondiaria del potere temporale del Vescovado di Asti, quivi insediatosi attorno al 400 d.C., unita alla rapida ascesa di quello comunale, assicurò al Comune, fra alto e basso Medioevo, una posizione di rilievo fra le comunità cittadine del nord Italia, soprattutto grazie alle fiorenti attività mercantili, feneratizie e bancarie che vi si esercitavano. Nel XIV secolo, con il passaggio nell’orbita viscontea, a partire dal 1342, Asti iniziava il suo lento e progressivo declino, dovendo cedere molti dei suoi antichi possessi feudali al confinante Marchesato di Monferrato. Dopo i Visconti, e fino al 1531, la città fu gestita dalla Casata francese degli Orléans, che, stipulata la pace di Cambrai, la cedette a Beatrice di Portogallo, Duchessa di Savoia. L’avvento di Emanuele Filiberto alla guida del Ducato Sabaudo eliminò tutti i superstiti privilegi di origine feudale sino ad allora concessi ad Asti (fra tutti: la soppressione del Senato locale e le amputazioni territoriali inflitte alla Diocesi, disomogeneamente distribuita fra Stato Sabaudo, Ducato di Monferrato e Stato di Milano) e ristrutturò – sebbene con una certa confusione terminologica e territoriale destinata a perdurare sino al 1750 – l’assetto amministrativo statale mediante l’iniziale creazione di sei province.