Le trame di un labirinto
Riflessione teorica e concezione compositiva di Armando Gentilucci
Autore | Monica Boni |
Collana | Studi e Saggi |
N. | 42 |
Dimensioni | 17×24, pp. XVI+523 |
Anno | 2021 |
ISBN | 9788855430852 |
L’immagine del labirinto, archetipo millenario che parla all’uomo della propria condizione e del cosmo come di un percorso tortuoso nel quale è facile entrare ma è difficile uscire, ricorre negli scritti e nei titoli delle composizioni musicali dell’ultimo decennio di Armando Gentilucci (Lecce, 1939 – Milano, 1989), musicista tra i più rappresentativi della generazione fiorita in Italia intorno al 1940. Alla metafora esistenziale, portatrice nello specifico di un’alta concezione del fare musicale come azione umana e politica, coesiste quella dell’artista perennemente in cammino attraverso sentieri che si biforcano tra cimenti compositivi e serrata riflessione di tipo teorico ed estetico, sotto la spinta di una necessità poietica e di un movimento semantico da cui è impossibile sottrarsi.
Una fitta trama di relazioni innerva e lega indissolubilmente riflessione teorica e concezione creativa, discusse dall’autore in rapporto alla propria musica, a questioni e orientamenti compositivi, culturali ed ideologici che furono assai vivi e dibattuti nell’ambito della musica d’avanguardia italiana, soprattutto nel corso degli anni ’70 e ’80. L’analisi, condotta in parallelo su fonti testuali, musicali, e documenti inediti, recanti piani formali, abbozzi e i numerosi costrutti annotati dal compositore pone in un dialogo serrato istanze tecniche, asserzioni poetiche e convinzioni estetiche desunte dagli scritti, con tratti stilistici, figure ed elementi costruttivi e strutturali della scrittura compositiva.