Recercare XXX Visualizza ingrandito

All’ombra di una corte. Lucia Coppa, allieva di Frescobaldi e virtuosa del marchese Filippo Niccolini

Autore Antonella D'Ovidio
Collana Recercare - Rivista per lo studio e la pratica della musica antica - Journal for the study and practice of early music
N. XXX/1-2 2018
Dimensioni 17×24, pp. 250 (63-93)
Anno 2018
ISBN 9788870969900

Lontana dai riflettori degli spettacoli operistici e dalle cronache mondane dell’epoca, la storia di quelle virtuose di musica che nel Seicento vissero la propria vita a servizio di famiglie aristocratiche lascia solitamente poche tracce nei documenti d’archivio, i quali solo di rado consentono di delineare con sufficiente precisione il loro profilo o di ricostruire le loro carriere. Sulla scorta di documenti inediti (inventari e ricevute di pagamento) provenienti dell’archivio privato della famiglia Niccolini di Camugliano e di recenti contributi sul mecenatismo musicale dei patrizi fiorentini nel Seicento, l’articolo è incentrato sulla ricostruzione della vicenda biografica e professionale della cantante e clavicembalista Lucia Coppa Rivani (1625–1699). Cognata del celebre Antonio Rivani, Lucia, pur inizialmente protetta da Giovan Carlo de’ Medici, trascorse gran parte della propria vita al servizio del marchese fiorentino Filippo Niccolini, divenendo la cantante più importante tra quelle presenti nella sua corte privata. Il marchese curò la formazione della giovane Lucia (con Girolamo Frescobaldi e Filippo Vitali) e ne agevolò la carriera, assicurandole, tramite donazioni di beni e di strumenti musicali di pregio, anche uno status sociale ed economico ragguardevole. In una prospettiva più ampia, il profilo qui tracciato di questa virtuosa consente di osservare anche i probabili percorsi di formazione e carriera di una cantante a servizio di una famiglia aristocratica nella Firenze del Seicento e il ruolo decisivo che in questo potevano avere importanti membri dell’élite nobiliare cittadina. Al tempo stesso, la storia di Lucia Coppa getta nuova luce anche sulla committenza musicale di Filippo Niccolini, in particolare sulla rete di rapporti da lui intessuta con l’ambiente musicale romano e fiorentino, sulle esecuzioni musicali patrocinate nelle sue residenze, sul suo gusto musicale in rapporto a quello mediceo, confermando in tal modo il rilievo assunto dalla sua figura nel panorama musicale fiorentino della seconda metà del Seicento.

Antonella D’Ovidio è ricercatrice all’Università di Firenze. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Musicologia presso l’Università di Pavia-Cremona (2004). Nel 2006 ha ottenuto una borsa postdottorale dall’Accademia Nazionale dei Lincei (Roma) e, negli anni 2008-15, assegni di ricerca dalle università di Siena e di Firenze. I suoi interessi di ricerca vertono sulla musica strumentale italiana del Sei e del Settecento; sulla committenza musicale a Firenze nel Seicento; sull’opera del Settecento; sulla critica musicale italiana dell’Ottocento. Ha pubblicato articoli in riviste musicologiche internazionali e l’edizione critica di Didone abbandonata (1747) di Jommelli (2015); ha co-curato il volume Arcangelo Corelli tra mito e realtà storica (2007). Nel 2018 ha ottenuto la Albi Rosenthal Visiting Fellowship in Music presso la Bodleian Library di Oxford con il progetto di ricerca dal titolo Manuscript sources of Roman trio sonata in the Bodleian Library: the works of Lelio Colista (1629-1680) and its transmission and assimilation in England.

antonella.dovidio@unifi.it


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