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Il Manfred di Lord Byron. Un’opera fiorentina
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| Autore | Giuseppe Galigani |
| Curatela | Camillo Faverzani |
| Collana | Sediziose voci. Studi sul melodramma |
| N. | 7 |
| Dimensioni | 17×24, pp. XXV+462 |
| Anno | 2018 |
| ISBN | 9788870969429 |
Étant donné l’engouement pour Byron dans l’Italie du début du XIXe siècle, il n’est pas étonnant que son influence se manifeste non seulement dans les traductions de ses œuvres et de Manfred, mais aussi chez les musiciens italiens, dans leurs ballets, poèmes symphoniques et opéras. Dans ce domaine, Florence peut bien revendiquer la primauté, dans la mesure où, avant même le célèbre Singspiel de Schumann, Giovacchino Maglioni, en 1846, sur un livret de Francesco Guidi, compose un opéra, Manfredi, basé sur la traduction de Pasquale De Virgilii. Il n’existe aucune édition imprimée de la partition mais uniquement le manuscrit autographe, plusieurs exemplaires de la partition pour piano et le livret. Dans ce dernier, le thème scabreux de l’inceste a été effacé, peut-être par crainte de la censure ou parce qu’il a été considéré comme déplaisant pour le public ou encore parce que la conscience même de Maglioni le refusait.
Data l’infatuazione byroniana nell’Italia del primo 800, non è sorprendente che, oltre alle innumerevoli traduzioni delle opere del Byron e del Manfred in particolare, il suo influsso si facesse sentire anche tra i musicisti italiani, con produzione di balletti, poemi sinfonici e opere. Firenze vanta in questo campo un primato in quanto, prima ancora che Schumann componesse il suo famoso Singspiel, Giovacchino Maglioni, nel 1846, su libretto di Francesco Guidi, scrive un’opera, Manfredi, basata sulla traduzione di Pasquale De Virgilii. Della partitura non esiste un’edizione a stampa, ma solo il manoscritto autografo, varie copie dello spartito e del libretto. In questo il tema scabroso dell’incesto del dramma byroniano è stato cancellato, forse per timore della censura, forse perché ritenuto sgradito al pubblico o forse perché rifiutato dalla coscienza dello stesso Maglioni.
Data l’infatuazione byroniana nell’Italia del primo 800, non è sorprendente che, oltre alle innumerevoli traduzioni delle opere del Byron e del Manfred in particolare, il suo influsso si facesse sentire anche tra i musicisti italiani, con produzione di balletti, poemi sinfonici e opere. Firenze vanta in questo campo un primato in quanto, prima ancora che Schumann componesse il suo famoso Singspiel, Giovacchino Maglioni, nel 1846, su libretto di Francesco Guidi, scrive un’opera, Manfredi, basata sulla traduzione di Pasquale De Virgilii. Della partitura non esiste un’edizione a stampa, ma solo il manoscritto autografo, varie copie dello spartito e del libretto. In questo il tema scabroso dell’incesto del dramma byroniano è stato cancellato, forse per timore della censura, forse perché ritenuto sgradito al pubblico o forse perché rifiutato dalla coscienza dello stesso Maglioni.